Scriverò di questo
So di avervelo raccontato mille e mille volte, ma ogni volta è così bello e ogni volta mi fa così bene che anche stamattina passandoci davanti mi sono detto “scriverò di questo”.
Faceva un venticello quasi amico, un venticello ruffiano che si infilava nelle orecchie e a sventolare dietro l'orto loro: i panni stesi ad asciugare.
Una casa col suo filo dietro l'orto, come le pagine di un libro, vestaglie fiorite, pantaloni, mutande e magliette, tovaglie, federe, lenzuola.
E il cielo, anche lui appena uscito di lavatrice, steso come un panno lavato sul filo dietro l'orto.
Dal filo arrivava l’odore del detersivo, mescolandosi all’odore di acqua chiara e tranquilla del lago, che sa di bagnato, di fresco, di grigio e di marrone.
Camminando fra le pagine dei panni stesi mi è venuta voglia di bussare alla porta e aprire il libro, di farmi aprire da una giovane donna dai capelli rossi, caviglie e seni forti, farmi offrire un caffè e chiederle “mi racconti la tua storia”?
Ma il pudore mi ha fatto andare avanti, e così non lo ho saputa.
E lei, aveva fretta di mettere al sicuro il suo bucato dal cielo grigio lavato e minaccioso.
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