Scambiarsi libri con una professoressa
Mi piacciono anche come oggetto, mi piace la forma, l’idea compatta del sapere, la costola dove leggere il titolo, la copertina rigida che accoglie e protegge le pagine sottili.
Ho anche sempre considerato i libri come portatori di messaggi, come piccioni viaggiatori, come i semi delle piante che ne fanno nascere altre lontano, i libri portano le loro storie con sé, in cerca di un lettore.
Da ragazzo un giorno prestai un libro alla mia professoressa di italiano. Nel mio delirio adolescenziale glielo prestai perché il libro, ai miei occhi, parlava anche di me.
Lo lesse e me ne restituì due.
I libri sono l’unica cosa che si deve restituire a tasso di usura.
Mi disse poggiandomeli sul banco della terza B.
Mi parve una cosa enormemente da grandi.
Scambiarsi libri con una professoressa.
Con LA professoressa.
Da allora ritengo il dare e ricevere libri qualcosa di prezioso e caro, mai scontato, mai banale. E ieri ne ho ricevuto uno, accompagnato da un grande sorriso, da una amica trasandata quanto me, diversissima da me, ma, evidentemente, che da qualche parte mi somiglia.
E pensare che qualcuno mi abbia pensato in una libreria vedendo un libro e dicendosi ecco, piacerebbe a Franco, è qualcosa che mi commuove profondamente.
per questo pensiero tutto bello, tutto vero.
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