Il mercato della Piccola Città
Da bambino questo posto era per me il giardino dell’eden mescolato con un girone infernale.
Le sensazioni che davano i profumi della frutta, mescolati
al parmigiano, alla verdura, al fresco del cemento del pavimento del mercato
del pesce insieme a quelle dei polli e conigli appesi, spellati e pronti per
essere comprati mi regalavano un misto di piacere e terrore, di curiosità e
paura.
C’era una signora, fra i banchi della frutta dove mia madre
comprava cicorione, sedano e patate che per farmi star buono mi regalava sempre
un mela.
La mangiavo con calma durante il resto del giro per la
spesa, sputando semi e buccia nella mano destra, riempiendola fino a scoppiare,
la mano ancora troppo piccola e la mela con almeno due o tre semi per ogni
morso.
Ricordo che per il
pane fresco scendevamo le scalette. Dove all’angolo il forno di Spinelli vendeva il pane
più buono della Piccola Città.
Tre fruste e 2 rosette, per aggiustare il peso un pezzettino
di pizza bassa, bruciacchiata e salata da sgranocchiare felice leccandosi le
dita unte d’olio, fino a casa.
Infine a casa, il minestrone…!
A presto fans.