Mi sembra di avertelo già detto
Sono le tre di notte e non posso dormire. Ed allora eccomi qui, con la seconda lettera che ti scrivo di solito di questi tempi.
Lo so, dovrei farmi vivo più spesso, e non scriverne due solo perché desidero diverse cose, magari scrivere anche solo per sapere come stai.
Perché in effetti questa pioggia di lettere a singhiozzo forse è un po’ bizzarra, mi segno di scriverti almeno qualche aggiornamento verso agosto, ok?
Però anche te non è che mi rispondi sempre eh, siamo quasi pari.
Dunque… Quest’anno sono stato buono ma non buonissimo. Diciamo buonino.
Sono sempre il solito brontolone, quello a cui non va bene mai niente che tutti conoscono, ma l’incedere dell’età mi rende leggermente (non di più) più elastico.
Mi sono voluto un po’ bene, mi sono preso ogni tanto un’ora per me e per me solo, vado a fare ginnastica dolce per anziani, dicevo, in realtà andavo a prendere un caffè con gli altri, a chiacchierare con gli altri vecchietti del centro, ad ascoltare, dimenticare, sudare e controllare un corpo dolorante, ma dicevo ginnastica, perché così chi mi conosce mi prendeva più sul serio.
Il primo regalo che ti chiedo quindi è di continuare a farlo.
Pare infatti che l'influenza di qualche settimana fa mi abbia lasciato in dono una certa fragilità dei bronchi, che se indispettiti non collaborano bene.
Ora, sia chiaro, prima di questa bronchite correvo 20 minuti sopra il tapirulan e i bronchi obbedivano come soldatini; quindi, il lavoro non dovrebbe essere difficile, finita la bronchite vorrei tornare a com’ero prima, mi va bene portarmi in regalo il soffietto anti-asma ma non lo vorrei usare, ok?
Ci stai?
In fin dei conti negli anni ti ho chiesto cose ben più complicate, da ragazzo perfino la fidanzata.
Seconda cosa, mi pare che la gente si sia imbruttita, ci puoi fare qualcosa?
Ora, diceva Prévert che quando non vediamo di buon occhio il paesaggio forse a essere brutto è il nostro sguardo, ci sta che abbia ragione Prévert. nel caso vedi se ti riesce di ingentilire anche me.
Naturalmente non posso chiederti la pace nel mondo e la fine degli orrori di questi ultimi giorni, in fin dei conti mi sembra di avertelo già detto, sei solo Babbo Natale, mica l’ONU.
Mi piacerebbe anche passare un’intera giornata al tepore del sole della Piccola Città, poi una gita a Roma prima di Natale per rivedere il presepe del 700 a Santa Maria degli Angeli. Ascoltare zampognari e pifferai a piazza Navona, pranzare in quella vecchia trattoria con le tovaglie a quadretti che tu sai.
Ma a questo ci penso da solo, che sono cose facili.
Tu tieni da conto le cose complicate.
Un grande abbraccio,
Franchino.
*****💓