Non ci sono santi
Coi primi freddi, oggi come allora ho bisogno di tana, e di
luci basse e calde, di sole radente sulla strada, di Carla e le sue zucche,
degli aceri rossi di Stoccolma oramai pronti a spogliarsi, delle rotonde palle
di sorbo, della metro calda e veloce verso casa. La vedete la metro della foto?
È la 13-rossa quella che mi riportava a casa!
E sono ancora qui, in questa città, dove ho trovato casa,
dove alle fine mi sono fermato, dove sono cresciuti i nostri figli, dove tutto
era a posto, la casa dove ho imparato che per amare occorre essere in due. E
adesso da solo, occorre smettere di aver paura del buio, occorre saper
rammendare un calzino, mettere una pianta a dimora, fare la lavatrice.
Questa città è casa mia, dove io sono diventato io, la mia
casa nel freddo feroce dell’inverno a Stoccolma, la mia tana, con chi sarà per
sempre nel mio cuore, e dove ogni tanto, la sera quando sento freddo, coi
pensieri, torna per restare un po’ con me!
Buona giornata a tutti.