La colomba di Östermalms Saluhall

Ciao a tutti! Oggi quando sono uscito dall’ospedale, dove è andato tutto bene, non avevo voglia di tornare a casa e restare da solo. Così per farmi passare a’pecundria sono andato a comprare una colomba pasquale ad Östermalms Saluhall. Il mercato coperto più caro e famoso di Stoccolma del quale per la verità ve ne ho già parlato.

Però voi mi conoscete, a me piace ripetermi e questo mercato per me è sempre stato un posto magico ai miei occhi dove può passare anche un momento di ipocondria. Quando arrivai in Svezia lo era molto di più. Sì! Perché allora mi mancavano diverse cose in quanto ancora non si viveva nel mondo globalizzato di oggi.

Le ciliegie per esempio in Svezia quasi non sapevano cosa fossero, per non parlare delle pesche. Alla vista delle olive svenivano. L’olio d`oliva si vendeva in farmacia in piccoli flaconi per medicare le ferite. Anche l’aglio era un medicinale da comprare in farmacia contro il raffreddore e il mal di pancia.

La notte sognavo i nostri formaggi, beni per me oramai perduti per sempre. Come il parmigiano, il provolone piccante, il taleggio, le mozzarelle erano di là da venire. Purtroppo in Svezia questi alimenti venivano considerati delle autentiche prelibatezze e non si trovavano nei supermercati. Cosa che invece oggi è normale anche sotto casa mia.

Pensate cari amici e amiche. Quando per caso un sabato mattina (oramai avevo trascorso dieci anni nel paese di Moder/Svea.) Nel mercato di Östermalms Saluhall in un cesto di vimini messo in un angolo vidi delle mozzarelle di bufala.

Ai miei occhi si aprì un nuovo mondo. Inutile dire che piansi come un bambino. Ne comprai subito due. Le mangiai gustandomele piano piano a piccoli morsi camminando in strada come se stessi mangiando un gelato in piena estate.

Così era, quando proprio non ce la facevo più con la nostalgia e mi volevo concedere il lusso di sapori e profumi di casa radunavo la famigliola e tutti insieme andavamo ad Östermalms Saluhall.

Era come andare in vacanza, perché in quel mercato ognuno di noi poteva realizzare un suo desiderio. Per me in particolare che in fondo all’anima sono un contadino era una specie di paradiso terreste con frutta e verdure strane che non avevo mai visto prima di allora. Tutto tra signore eleganti e venditori super gentili.

Oggi è passata una vita e ai miei occhi non c’è più quella atmosfera fiabesca di quando giovane uomo solo per scoprire un mondo arrivai quassù con l’incoscienza dei vent’anni. Che volete farci. Vabbè, è passato più di mezzo secolo e forse per certi versi ancora continua a rimanere un luogo magico.

Se non altro per la sottile nostalgia che mi ha accompagnato anche oggi. Anche perché ci sono andato da solo ma come ogni anno ho comprato la colomba. Bella, carissima, dorata, profumata d’arancio e vaniglia. La regina della Pasqua italiana che fa bella mostra nella mia cucina svedese.

Naturalmente come ogni anno tornato a casa da buon italiano mi sono chiesto: Sarà fresca?  Vuoi vedere che mi hanno rifilato una dello scorso anno? Si sbriciolerà, si romperanno dei pezzetti della crosta?

Ma no, andrà come sempre tutto bene e quando l’aprirò l’aroma della mia infanzia nella Piccola Città inonderà la mia casa quassù alla fine del mondo.

A presto bella gente io con la colomba, voi con tante uova da dipingere e pizze di Pasqua da mangiare.

*****❤                                                        

ANCORA CALDI

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