Papà, c`è qualcosa che desideri dalla Piccola Città?
Mio figlio Daniele ieri per telefono mi ha detto che alla fine del mese si recherà a Roma per lavoro. Ospite della filiale romana della multinazionale per la quale lavora a Stoccolma.
-Papà, c’è qualcosa che desideri dalla Piccola Città?-
Cosa desidero dalla Piccola Città? E chi lo sa...
Forse desidero le mie passeggiate contro vento al viale in inverno con il naso arrossato dalla tramontana. Le labbra spaccate dal freddo, la pelle quasi blu, la testa congelata.
Forse il calore della primavera lungo l’antemurale. La mia bicicletta gialla con l’adesivo Bini-Faliero.
La campanella del Calamatta che suona alle otto e un quarto.
Desidero la mia vecchia casa fuori città tra la Fiumaretta e il Cimitero con i tre gradini fuori dalle porte delle case dove in Primavera le ragazzine si sedevano per asciugare al sole i capelli appena lavati.
La lumaca verde disegnata sulla vasca in porfido grigio sistemata all’aperto dove le donne facevano il bucato anche in inverno.
Zorro, il cane gigante, nero e affettuoso.
Dalla Piccola Città vorrei la risata di Alberto fuori dal palazzo ferrovieri dove il pomeriggio ci radunavamo con gli amici.
Vorrei l’assoluta precisione di Pippo pizzicagnolo al ghetto con pizza e mortadella.
Vorrei i sorrisi maliziosi delle ragazze apprendiste da Marcella la sarta su al Faro.
Vorrei gli sguardi di sfida della sora Maria e della sora Iole fruttivendole al mercato di seno fiorente e coscia forte che non te le mandavano a dire.
Vorrei quel vicolo di piazza Aurelio Saffi che porta in quell’Osteria dove andavamo la domenica per mettere il naso negli affari degli altri.
Vorrei chiacchierare con la Madonnina a largo Giacomo D’Ardia strizzando l’occhio agli angeli annoiati ai suoi piedi.
Vorrei il teatro Traiano dove andavo con gli amici a vedere qualcosa di cui capivo ben poco ma per la quale ero orgoglioso di trovarmi lì.
Dalla Piccola Città vorrei respirare di nuovo quell’aria fresca e ventosa di un posto che era mio e che ho perso per sempre.
Ma che è ancora il posto dove posso e voglio tornare.
Passeggiare la mattina presto, in piazza al mercato, e comprare un souvenir da portare agli amici lontani.
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Post un po’ nostalgico oggi Daniele compie gli anni. Sono le due di notte. Il cielo è sereno, domani ci sarà il sole e se la schiena mi regge farò una passeggiata fino al lago. Provo a dormire un po’, buonanotte!
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