Insonnia
La vento è passato prima che finissi il capitolo del libro. Molto presto ho spento la luce e mi sono addormentato non riuscendo a seguire le chiacchere sul festival di san Remo.
A un certo punto delle voci mi hanno svegliato, forse i vicini, forse in strada.
Mi ripeto: “Non aprire gli occhi, non aprire gli occhi. se li apri ti svegli. resta così”.
Ma non mi do retta, come al solito del resto, non faccio quasi mai come pare a me.
Intorno è tutto buio. accendo il telefono per vedere che ore sono. Arrivano i messaggi della sera bloccati dallo spegnimento precoce.
li leggo e sorrido: Maria e Tommaso si sono trovati e conosciuti per caso a casa di amici comuni e mi scrivono la carrambata. Rispondo a ognuno di loro.
Sono le due e un quarto.
La testa pesante vado in cucina, preparo una tisana. Decido per finocchio limone e miele. ma esagero col limone.
Mentre aspetto la tisana accendo il computer, guardo la posta, leggo le tre mail nuove che ci sono. Cancello le pubblicità dei voli aerei e di affitto case vacanze.
La tisana è pronta, spengo tutto, me la porto a letto, la sorseggio stando attento al cucchiaino arroventato.
Sento il trenino pendolare, lontano, giù alla stazioncina di Tullinge, penso a stamattina, che devo andare dalle arpie del condominio a far capire loro delle cartine dell’ impianto di misurazione consumo acqua calda perchè sbaglia per eccesso. Penso che ieri le ho studiate bene, ho messo frecce, segnalini, indicatore di calore, valvola di ritegno a palla in ghisa 2'' filettata, bollitore, resistenza Ø1.1/4""M 2000W. Scambiatore di calore primario.
Ho studiato.
Non ci sono problemi. La so.
Ripasso mentalmente tutto il percorso sulla cartina. lo conosco. Non è il caso di preoccuparsi.
Penso che se voglio dormire non devo pensare alla caldaia, devo pensare a qualcosa di bello. Che ne so, a nonna Labionda che torna domani e si va in campagna a casa sua per il fine settimana.
Tanto per fare un esempio.
Sento il sonno rapirmi, penso, “ecco, mi sto addormentando”. ma quel pensiero razionale mi risveglia e come quando, dopo un tuffo, si risale dal fondo della piscina, mi pare di risalire la china del sonno, di riaffiorare fra le lenzuola ormai troppo stropicciate per essere comode. Sono daccapo.
Cerco un’ altra posizione. Come ho fatto a non pensarci prima? Ecco, questa è quella giusta. sento la testa affondare piano piano.
Un rumore giù in strada mi cattura. Passi e voci di vicini nottambuli.
Sono le tre e mezzo passate. non devo farmi prendere dall’ansia di dormire. Altrimenti è peggio.
Metto la televisione su RaiNews 24, non mi fa dormire nemmeno quello.
Provo a pensare a qualcosa di noioso e di ripetitivo. non sono mai riuscito a contare le pecore, non stanno mai ferme e si rimescolano in continuazione.
Allora conto i vagoni di un treno lunghissimo.
Uno, due, tre, quattro…
Verso sessanta mi arrendo. Cado addormentato, mentre la voce di the Boss mi culla come una carezza. Across the border.
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