Accadde stanotte
Ieri sera ero stanco e senza volerlo mi sono addormentato sul divano, e alle due di notte puntuale, mi sono svegliato nel bel mazzo di un sogno.
Camminavo per questa strada cercando di non far rumore, i sanpietrini assomigliavano ora a quelli del centro storico, piccoli, gentili, borghesi, ora a quelli di Roma, feroci pietre distanti e spacca muscoli.
Il quartiere era piccolo, case colorate dalle finestre svelate senza pudore si susseguivano una accanto all’altra. Camminavo, di notte, e in qualche modo mi sentivo a casa.
Era un quartiere attraversato da un piccolo fiume, dalle grandi finestre scoperte e, donne di coscia forte che si affrettavano per rientrare.
Spiavo il dentro delle case, salotti, televisori, scrivanie, divani, cucine, le vite degli altri erano aperte come un libro da scrivere, famiglie, amici, amanti.
Tutto si vedeva, si immaginava, si sognava dalle finestre senza tende di questa città dove camminavo di notte da solo, su una strada che mi sembrava di esserci già stato, a pensare a come sarebbe stato se quel giorno mi fossi fermato.
A pensare che ho sempre immaginato di vivere in ogni posto dove sono stato, fino al momento di prendere un aereo per tornare, come sempre, da dove sono partito.
Accadde stanotte.