Un caldo strano
Dopo qualche giorno di tregua è tornato il caldo. Sono quasi le due di notte e ci sono +21°C. Fuori sta facendo giorno. Il cielo si sta preparando ad accogliere il sole per domani. Il lago attento si difende con una nebbia leggera.
Quassù è molto strano sembra che la stagione si nasconda. Eppure, gli alberi sembra che lo non lo sentano, annusano cose che non noi sentiamo e cambiano comunque il colore delle foglie. Questo mi rassicura perché sembra non abbiano presagi. Sono stato educato al ritmo degli alberi. Diverranno stecchi, contro un cielo che si farà grigio annunciando neve.
Non penso al caldo.
Sono passate le due.
Lascio che la sensazione si impadronisca di me e parlando a me stesso mi dico: "è autunno." Ma dovrebbe far freddo, invece in casa ancora vola qualche zanzara. L'asciugatrice ha finito il suo lavoro. Vado a svuotarla dei panni del bucato settimanale con il rischio di sentire ancora più caldo.
Capisco che non è il caldo ad essere strano, ma sono io che sono strano. Stupidamente strano.
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