Surströmming, le aringhe fermentate degli svedesi
Chi vorrebbe addentare una aringa putrefatta che sprigioni degli odori riconoscibili solo da chi è appena ritornato dall’oltretomba? Chi cercherebbe di non vomitare senza riuscirci quando si mette a tavola? Chi manderebbe giù un boccone viscido e miasmatico che non ritorna subito su solo perché è impedito dal fiume di alcool che di norma ne segue? La risposta è: una buona parte degli svedesi del nord.
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«Il surströmming è un antico piatto, alla cui preparazione, sin dalla creazione del mondo, ha sempre pensato la natura. I nostri avi annusavano il suddetto piatto, appena fuori dalle porte del paradiso, e fu presto conosciuto dalla più povera capanna alle ricche dimore dei greci e dei romani, perché tutti sapevano cosa volesse dire pesce marcio. Certo il gusto non era così sviluppato come ora, non si conosceva l’”haut goût”. Il surströmming va mangiato solo da pochi iniziati “au naturel”, senza altre salse oltre l’acquolina in bocca. E’ ritenuto da questi come una prelibatezza tra le più deliziose; ma non sarà mai una pietanza da banchetto, se il padrone non preferisca desinare da solo, o magari abbia scelto degli ospiti che siano senza naso».
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