La notte del mondo
Le notizie dalla TV, riempiono la notte. Prima 20 poi 40, ora 100 i morti in Uceaina, crescono col passare dei notiziari. Non basta, non basterà la matematica del dolore, del terrore. Dicono che c'è stata una battaglia.
Il cronista descrive con lucida freddezza l´odore dei tank bruciati, della morte per farci capire, per riempire di pensieri coerenti la mente e il fare. Le immagini mostrano cronisti che seguono l’evolvere degli eventi attraverso i telefonini. Altri parlano tra loro. Persone passano accanto a poliziotti in armi. Chiedono, vengono allontanate. C’è chi è calmo e cammina, altri corrono. Luci come fiamme nella notte, rosse, gialle, blu. Il blu come mai prima, è il colore del veleno che corrode la calma, la quiete apparente delle vite. Dalla incredulitá, si scivola nel timore, lo si legge negli occhi e nei gesti. Adesso le immagini vengono rimandate in loop. Sono sempre le stesse, sintomo anche loro di confusione, di assenza di testimonianze vere.
Adesso annunciano altre esplosioni non molto lontane. Il mondo ripiomba nel buio della notte. Non basta rimuovere la paura, non abbiamo saputo conservare il giorno. Ormai non basta più che le cose sembrino distanti, è tutto vicino. I politici annunciano lo stato di emergenza e aumentano il ritmo del riarmo, per difesa dicono loro. È come se la storia seguisse lo scorrere delle ore e alla luce facesse seguire l’oscurità, tornando, diversa e terribile, su se stessa.
Oggi é domenica. Vorrei tornare a vedere la gente sorridere. Vorrei che la gente tornasse a veder sorridere me. La notte è ancora lunga ed io devo dormire un pó.
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