Le 2 di un pomeriggio di gennaio lungo il ponte Skeppsbron
Sono le 14:02 lungo il ponte Skeppsbron in un pomeriggio di gennaio. Poca gente in giro in compenso mi consola questo bel tramonto questi sono i colori di Stoccolma a quest`ora. Colori che si mischiano al sapore del caffè che ne saturano il gusto. Rimane un amaro temperato, un preannuncio di dolce.
Di questa città pensavo di conoscere tutto, l’ho percorsa e amata di giorno e di notte. Mi è entrata dentro, senza chiedere permesso, sin da giovane. Piano piano si è confusa con me, con il sentimento che genera un luogo in cui fermarsi. La città è andata oltre la stessa casa in cui ho depositato parte di me, mi ha capito, diventando cornice di un modo di vedere il mondo.
Anche da lontano, si è fatta sentire, richiamandormi a questo sentir le cose, che è un guardare dal bello conosciuto alla meraviglia sconosciuta.
Vivere in questa città ha quasi tutto, la storia, i servizi, le bellezze che si scoprono crescendo, ma è anche la lingua e una particolare conformazione dell’essere che include quanti scelgono di non essere stranieri.
Di appartenere restando liberi.
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