grilli
Nelle notti di ottobre con questo cielo rosso anche il decadimento del giardino diventa bello. Tutti gli arbusti sono rimaste senza foglie e le cime degli alberi sempre più radi.
La porta aperta, un tempo sospeso, su un autunno che non ce la fa a imporsi sul cielo rosso di questo ottobre tiepido e asciutto.
Fuori, lontano, su qualche siepe vicina al lago, un grillo canta alle stelle, la gatta lo ascolta seduta sui gradini.
Un grillo, minuscolo, ma potente, aiutato dal silenzio della notte.
I grilli, da piccolo, mi facevano paura.
Ricordo la finestra della camera da letto degli zii in Ciociaria, spalancata nelle calde notti d’agosto.
In cielo stelle straordinarie.
Nei prati un concerto ansiogeno di grilli innamorati.
Io avevo paura di quasi tutto, in effetti.
Della porta aperta, dalla quale entravano i mostri.
Del buio della notte.
Dei fili dell’erba.
Dei grilli nascosti.
Allora leggevo e leggevo, senza mai smettere, lasciavo la luce accesa, ascoltavo le storie dei grandi nella unica grande stanze al piano di sotto, che parlavano di raccolto, di politica, di vendemmia prossima.
Mi piacevano le storie dei grandi perché a volte coprivano il frinire dei grilli.
Perché mi dicevano, col loro parlare, che erano lì, che non ero da solo.
Nessun mostro mi avrebbe mangiato, se loro chiacchieravano giú nella stanza grande.
Nessuna paura poteva arrivare, se i grandi continuavano a discutere sui mille volti del partito comunista italiano.
Nessun cielo rosso mi poteva divorare, fino a che le voci degli zii continuavano a interrompersi.
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