Franco cuor di leone


Franco cuor di leone. Al cuor non si comanda, 
Con queste e altre belle frasi avevo ripetutamente cercato di rinviare i miei esami clinici, ma quando qualche tempo fa ero finito in ospedale per altri motivi, ero incappato in un controllo di rutin all`accettazione del pronto soccorso, dove li medico di turno aveva annotato di sentire un soffio al cuore. Cosí stamattina dopo aver scoperto di avere un cuore che soffia ho dovuto fare (subire...) una visita più accurata in un centro specialistico. "Test cardiovascolare da sforzo," diceva l´impegnativa.

A malincuore stamattina mi sono presentato. Il problema é che i veri uomini forti di una volta, quelli che non si trovano più, proprio come me! Sone terrorizzati dal presunto dolore di un EKG, dagli ospedali e dai camici bianchi. Così a malincuore mi sono infilato la tuta da ginnastica, ma ha preteso di indossare la mia maglietta preferita, quella azzurra, con la scritta ITALIA, con lo scudetto tricolore cucito sul petto. 

Vi faccio vedere IO chi sono!  Ho pensato. Se devo morire pedalando

 – decido eroicamante al momento– 

lo farò con il coraggio di un patriota del Risorgimento!

Ovviamente quando sono entrato nello studio medico mi è stato subito intimato di togliermi la maglietta prediletta e la dottoressa, senza degnare di uno sguardo il mio pallido petto, mi ha fatto salire su una cyclette bianca con tanto di contagiri elettronico.

Deluso ma non domo, e con gran faccia tosta ho cominciato a raccontare che da ragazzo in Italia ero un corridore nato, dimenticando di dire che in bicicletta non andavo da decenni, anche se negli anni anni giù in cantina avevo collezionato ben tre biciclette tre, poi vergognandomi un pò mi sono sentito in dovere di confessare che l’ultima volta che avevo cercato di correre ero inciampato in una piccola buca nel cortile sotto casa e per preacuzione ero stato ricoverato proprio nello stesso ospedale: 

“ Ma ora stò bene ed ho migliorato di molto il mio stile”. 

Ho concluso con il fiato corto mentendo spuduratamente. La dottoressa, sembrava rassegnata alle chiacchere e non fiatava. Poi rapidamente mi applica sul petto e sulla schiena una decina di elettrodi a ventosa collegati con una serie di cavi e, mentre controlla battito cardiaco e pressione, mi ordina seccamente:

“ Zitto e pedala!” 

Così ho iniziato a pedalare, dapprima aitante e sbruffone, realizzando ben presto che ogni due minuti circa il carico frenante aumentava, cominciando così a sudare e sbuffare.

--Bravo Franco, continua così, cerca di tenere la velocità sopra i 60 giri, mi raccomando non fermarti mai!--

Me tapino, inutilmente cercavo di immaginare di essere Bartali in fuga sulle salite delle Dolomiti, sentivo il cuore in gola mentre la pressione era raddoppiata, ero ormai ansimante e boccheggiante, i piedi come due piombi. Complimenti Franco, tieni duro ancora per un paio di minuti!
Ancora un ultimo sforzo Franco, il traguardo è vicino – oramai ero al delirio – avrò la coppa e il bacio di questa giovane fanciulla bionda. Poi, mentre la vista iniziava inesorabilmente ad annebiarsi, arriva il tanto sospirato ordine.
 
---Bravo, ti sei comportato bene, rallenta a 30 giri, smetti piano piano, altrimenti ti gira la testa.--

Ecco, questo è il giro d’onore. Immaginavo confusamente. Poco dopo la dottoressa mi ferma definitivamente, mi aiuta a scendere dal suo tricicolo infernale, asciugandomi vigorosamente con rotoloni di carta. ----Ischemia miocardica negativa--- sentezia la bionda, srotolando un lungo foglio millimetrato.
 
– Ci vediamo tra un mese, però vieni depilato, così avrai l`onore di testare l’apparecchiatura per l’elettrocardiogramma dinamico.--
Sembra si tratti di una misteriosa scatola elettronica collegata ad una centralina da portare per 24 ore a casa (anche in bagno…) 
Ho salutato balbettando, e barcollando sono uscito.

Era uscito un pò di sole, e Stoccolma girava con me.
*****❤                                                          

ANCORA CALDI

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