Havdhem
Cercammo di capire la storia che raccontavano non riuscendoci ce ne inventammo una bella a posta. Solo per poter tornare a casa con una storia in tasca. Che sia il camion dei pompieri di un bambino di nome Peter che faceva merenda con pane e burro preso a cucchiaiate da barattolo con scritto “Kryddnejlika” (chiodi di garofano) di fru Ingrid. Nata nel Gotland.
Contadina nelle campagne attorno a Havdhem. Pensionata dalle poche risorse in una Svezia in ripresa per non aver partecipato al conflitto mondiale.Tavolini ottocento, pipe di schiuma, amorini, lampadari dai cristalli preziosi smontati apposta, piatti di una gloria che fu, pizzi e merletti, spille dorate. Il vaso da notte della Ritva. Pescivendola dalle cosce forti e il seno florido che non te la mandava a dire. Quando ti incontrava mentre baloccando per i vicoli del villaggio ritardavi il suo arrivo sulla piazzetta del villaggio. E così passeggiammo tra antiche storie. Vere o verosimili di vikinghi e contadine un po’ appassite come un vaso di fiori di cristallo impolverato chiuso a chiave nel salotto buono. Cosa comprò nonna Labionda?
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