Auguri Boss


Oggi, lunedì 23 settembre, Bruce Springsteen compie 76 anni.  
Una carriera di oltre cinquant'anni raccontando l'America, un viaggio che inizia in "Born to run" e finisce in "Hello Sunshine" con una convinzione profonda: il Sogno americano è tale se è per tutti; se invece lascia fuori qualcuno, allora è una menzogna. 
Per questo i veri eroi delle sue canzoni sono gli esclusi, i lasciati ai margini. 

75 anni, cinquanta dei quali trascorsi "bruciando sulla strada". 
È difficile riassumere in pillole chi sia e cosa ha fatto Bruce Frederick Joseph Springsteen, musicista e scrittore rock nato il 23 settembre del 1949 da padre un po' olandese e un po' irlandese e da madre italiana. Si può dire che ha raccontato al mondo l'America, attraversandola in lungo e in largo nel tempo e nello spazio. Si può dire che ne ha descritto il paesaggio geografico, dai sobborghi delle città alle campagne riarse degli stati centrali, e il paesaggio economico con le sue crisi, dalle fabbriche di auto del nord alle acciaierie dell'Ohio fino ai campi di barbabietole affidati ai braccianti stagionali. E pure che se in questi paesaggi l'auto è co-protagonista, è perché è impossibile raccontare l'epopea del West senza i cavalli. 

Si può dire poi che lui si sente un vero americano, ma che il suo patriottismo, spesso frainteso ("Born in the Usa", "We take care of our own"), è quello di chi urla in faccia al presidente: "Questa terra è la MIA terra", "una nazione costruita dagli immigrati", e questa bandiera è la mia bandiera. Si può dire che le sue fonti principali sono la grande tradizione della musica popolare americana (e quindi anche afroamericana ed europea) e tutto ciò che è passato per decenni sulle radio e nelle classifiche di Billboard; poi la letteratura e i saggi di storia e più ancora il cinema visto al drive-in e le storie lette sui giornali. E che tra chi lo ha sicuramente ispirato o illuminato ci sono Woody Guthrie e Flannery O'Connor, Elvis e Bob Dylan. 

Stamattina il buon giorno voglio darvelo con:"Hello Sunshine" Questa canzone umile e sublime - inclusa nell'ultimo album "Western stars" - conclude la corsa iniziata in "Born to run". È la promessa fatta a Wendy che viene mantenuta: "Cammineremo nel sole". Il nostro uomo ha sempre amato le lunghe strade vuote, miglia e miglia davanti da percorrere, verso una meta che non conosceva. Ora però tutte quelle miglia sono alle spalle e "Hello sunshine" sembra il caldo buono del focolare di Ungaretti.  
Ho 75, non vogliate altro da me. 

A me questa canzone fa piangere, perché racconta molto di me. Ascoltatela! 
Auguri Boss.
*****💓
         
        

ANCORA CALDI

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