Le vacanze di Pasqua in Ciociaria
Da bambino e da ragazzo mia madre aveva un rito, voluto da lei e non del tutto ostacolato da me: le vacanze di Pasqua in Ciociaria. Al casolare dove era nata.
Erano viaggi molto lunghi e stancanti, due treni, uno dalla –Piccola Città fino a Roma poi da Roma accelerato ancora con la locomotiva a vapore con il fumo che entrava nello scompartimento.
Fino a Cassino, poi la corriera azzurra strombazzando ad ogni curva, fino ad arrivare sulla piazza del paese dove ci aspettava lo zio Giovanni con il fedele asinello Tonino. Mia madre andava a cercare giorni di sole per me, ma soprattutto cibo sicuro per Pasqua, esperienze nuove, da fare tra i campi.
Pasquetta con casatiello/pecorino e uova sode sulle rive del Liri Garigliano. E così la primavera veniva celebrata da tutta la famiglia, le giornate lunghe adeguatamente benedette, il gallo la sveglia la mattina, colazione con il latte di capra ancora caldo di mungitura, le corse a rincorrere il cane Billo, tirare libero un calcio ad un pallone, l’inverno salutato, i calzini arrotolati, i pantaloni corti.
Mi mancano quei momenti. Queste vacanze di Pasqua le passerò a casa di mia figlia a Stoccolma con il figlio maschio e nipotini. Ma se continua questo tempo clemente allora cercherò di scappare in campagna. Almeno dalla mattina alla sera, per cercare la serenità di un viaggio oltre le nuvole.
Buon giovedì delle Settimana Santa a tutti!
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