L'amica del cuore
L'amica del cuore è una spalla su cui piangere. Anzi la spalla. Gentile, disponibile, spesso carina, non si tira indietro mai, se c’è da offrire comprensione per una mezz’oretta di confidenze o piagnistei liberatori.
L’amica del cuore è un piccolo tesoro: auguratevi solo che, un bel giorno, non ve la troviate addosso, con le braccia a guisa di tentacoli di piovra. In questo, malaugurato caso, avreste avuto l’incommensurabile svortuna di imbattervi nel clone mal riuscito della dolce confidente: “Che furba lei.”
Ha l’innata e rara capacità di trovare la battuta giusta al momento giusto, le parole che alleviano il dolore acuto delle lame rotanti che ti frullano nella zona diaframmatica. Non si erge a giudice, non critica, non minimizza il tuo dolore, facendoti sentire un piccolo, sciocco uomo senza spina dorsale.
È pacata, razionale ma senza eccessi, dolce, protettiva. Ti accetta (dal latino “accipere”), comprende quello che dici semplicemente perché ti ascolta con attenzione. Puoi chiamarla nel cuore della notte: troverà la forza di non mandarti a quel paese nemmeno se stava sognando un incontro bollente con George Clooney. Al tuo “stavi dormendo?” risponderà: “no, avevo appena finito di affettare le verdure per il minestrone di domani”. E si distenderà sul letto con aria mite, disponendosi all’ascolto.
Di solito l’amica del cuore non ha un marito anche perché, se l’avesse, potrebbe solo sognarsi di darvi una mano, e voi non dovreste fare altro che archiviarlo. Al massimo ha un compagno che la lascia sufficientemente libera, al quale difficilmente confesserà del rapporto speciale che lo lega a voi.
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