Dal pontile di notte



La luna spunta dietro le foglie del leccio, specchiandosi nel lago.

Lo sa che la stiamo aspettando e si fa bella ogni giorno di più.

La guardo sorgere, venendo da casa, sul pontile traballante.

Una nuvola passa sottile, come il foulard di una diva del cinema di un tempo lontano.

Lontano abbaia un cane, molto più piccolo della sua voce.

Intanto la luna si toglie il foulard e rimane nuda, così, senza pudore, non sfacciata ma serena, libera, quieta come una donna addormentata dopo un lunghissimo giorno di lavoro.

Se mi vedesse, come io vedo lei.

Se vedesse il mio passo stanco, i piedi gonfi, le ginocchia poggiate l’una contro l’altra.

Se mi vedesse, sarebbe mia amica, luce di notte, quando più serve.

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ANCORA CALDI

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