Finché posso resto qui
In questa casa di campagna non c’è internet, non prende il telefono e le partite di calcio si vedono con un televisore a tubo catodico, i post che leggete sono scritti di corsa, col telefono o da un computer al volo quando mi capita di essere connesso.
Non si sta malaccio, però, ogni tanto senza campo.
Ironia della sorte, di campi da arare e da zappare ce ne sono quanti se ne vuole.
In questa casa di campagna la notte il giardino è fresco, d'estate si masticano lentamente ghiaccioli fatti in casa e tre candele alla citronella regalano l’illusione che le zanzare stiano lontane.
In questa casa di campagna la mattina non passa il camion dell'immondizia, in compenso passano tutti i vicini mentre si fa colazione fuori.
In questa casa di campagna per lavare i piatti occorre mettere da parte l’acqua calda con la quale sono state bollite le patate, perché in cucina c’è solo il rubinetto dell’acqua fredda.
In questa casa di campagna l’acquaio è una vecchia tinozza di zinco dove prima ci si lavano i piedi, dopo i piatti e si torna bambini.
In questa casa di campagna mi siedo vicino al basilico e chiacchiero con lui che cresce felice come il timo e la lavanda.
In questa casa di campagna il fine settimana si respira, si ascolta la radio, si leggono libri, si vive lentamente.
Finché posso resto qui.
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