Sabato mattina ore 11. Caffetteria con vista
Sabato mattina ore 11. Caffetteria Stockholm Conference Centre:
Due studenti cinesi, lei bellissima, computer e lunghissima capelli neri. lui innamorato perso finge di studiare.
Una signora al computer, gonfi capelli grigi, faccia scura della svedese che non deve chiedere mai.
Un romano, dal cappello e la sciarpa coordinate, comprati dalla moglie prima di partire esce dal bagno con la faccia di chi ancora non ha capito dove si trova.
Una spagnola e un tedesco parlano un inglese zoppo e divertito.
Un ragazzo dai capelli artificialmente bianchi e pettinato come Elvis emana una sensazione di fumetto.
Organizzatissimi yuppie lavorano ai computer, tutti, rigorosamente, con una mela luminosa sopra.
Una cameriera troppo magra raccoglie i vassoi.
Un bambino imperversa e un papá lo sorveglia divertito.
Io mi godo il caldo e la quiete, dalla vetrata si vede Stockholm City, la fontana di Sergels torg che con rigore scandinavo cambia colore, le luci di Natale, l’odore di vino caldo, il freddo tremendo che entra in ogni pertugio, il fatto di essere qui.
La gente va e viene, si scompone e ricompone, sedie, poltrone, tavolini vengono riordinati alla bisogna.
È l’inverno che cercavo, l’inverno di cui avevo bisogno.
E torno a casa. *****