Julklappsboken och andra berättelser
Ed eccolo quí per voi un vero libro di Natale per conoscere meglio l`atmosfera natalizia di questo paese. Il titolo originale è "Julklappsboken och andra berättelser," In italiano: "Il libro di Natale" la traduzione è di Maria Cristinao Lombardi. Il libro è una raccolta di otto racconti della scrittrice svedese Selma Ottilia Lovisa Lagerlöf (Sunne, 20 novembre 1858 - Sunne, 16 marzo 1940), già autrice di “La saga di Gösta Berling” (1891) e del romanzo capolavoro “Il viaggio meraviglioso di Nils Holgersson” (1907). Autrice di numerosi romanzi e racconti basati sulla vita svedese del passato, maestra elementare, Selma Lagerlöf, per Marguerite Yourcenar é “la più grande scrittrice dell’Ottocento”, prima donna Premio Nobel nel 1909 e prima donna a essere nominata fra gli Accademici di Svezia nel 1914, era nata nel Vӓrmland, storica regione della Svezia situata al confine con la Norvegia.
Il Vӓrmland, ammantato di neve durante la stagione invernale, è da sempre abitato da gente semplice la cui cultura affonda le radici in un profondo spirito religioso che sconfina nella superstizione e nel misticismo. Le saghe e le leggende raccontatele dalla nonna paterna negli anni dell’infanzia erano rimaste impresse nel cuore e nella mente di Selma, la quale per tutta la sua vita restò legata alla tradizione orale della sua terra. Quella tradizione orale che resta uno dei più vivi esempi dell’arte scandinava per eccellenza, quella del raccontare. C’è tanto folklore delle tradizioni nordiche in queste storie senza tempo di grande e semplice profondità, ideali da scoprire o da riscoprire durante la festa più magica dell’anno. Nel racconto Il libro di Natale, il primo della raccolta, l’autrice descrive la sera della Vigilia di Natale, dove la protagonista solo dopo una lunga attesa vede realizzarsi il suo desiderio più grande.
“Siamo tutti seduti intorno al grande tavolo a ribalta la sera della Vigilia di Natale a Mårbacka. Papà è a un capo e la mamma all’altro. C’è zio Wachenfeldt, che occupa il posto d’onore alla destra del babbo, e zia Lovisa, Daniel, Anna, Gerda e io”.
Le bambine si trovano sedute di fianco alla loro mamma, una da una parte e una dall’altra, perché sono le più piccole. La famiglia ha già mangiato il merluzzo, il budino di riso e le sfogliatine. Piatti, cucchiai, forchette e coltelli sono stati sparecchiati, ma la tovaglia è lasciata, le due candele a più bracci fatte in casa bruciano nei loro candelabri in centrotavola e intorno ci sono ancora il sale, lo zucchero, l’ampolliera e un grande boccale d’argento pieno fino all’orlo di birra di Natale.
“Visto che la cena è finita, dovremmo alzarci, e invece no”.
Tutti rimangono ai loro posti in attesa della distribuzione dei regali. In nessun’altra casa, da quelle parti, si usa distribuire i regali di Natale a tavola dopo il tradizionale risolatte.
“Ma è una vecchia consuetudine a Mårbacka e a noi piace così”.
Niente è più eccitante come aspettare, ora dopo ora, per tutta l’interminabile serata, sapendo che il meglio deve ancora venire. Il tempo passa lento, lentissimo, fino a quando la porta si spalanca e compaiono le due domestiche travestite da capre di Natale che trascinano due grandi cesti pieni di doni fino al posto della padrona di casa. Gli occhi delle bambine brillano e le mani tremano quando la mamma tira fuori il primo pacchetto senza fretta, leggendo il nome del destinatario, che lancia grida di gioia.
“La sera che ricordo è quella dei miei dieci anni, e me ne sto seduta a tavola nella più spasmodica attesa”
La piccola sa bene il regalo che vorrebbe, ma quelli che finora ha ricevuto nell’ordine sono: un cestino da cucito dalla mamma, un piccolo portaspilli ricamato da Anna, un ditale d’argento da zia Lovisa. La sorellina Gerda le ha cucito un campione di iniziali.
“Così d’ora in poi potrò marcare da me le mie calze e i miei fazzoletti”. Tutte cose molto carine, ma “se poi non mi arriva proprio quello che voglio?”.
C’è una tradizione a Mårbacka che dice che la sera della Vigilia di Natale quando si va a dormire si ha il permesso di leggere un libro nuovo finché si riesce a stare svegli.
“Ma cosa si fa la notte di Natale, se non si sono ricevuti libri?”
Il tono è solo apparentemente ingenuo, è un trucco del mestiere di un’artista che sa trasformare il folklore delle tradizioni nordiche in storie senza tempo di grande e semplice profondità.
Perché è la complessità che si nasconde dietro la normalità a interessarle, la ricca varietà della vita, e la buona novella che c’è sempre un destino diverso che aspetta chi lo vuole cercare.
Anche in un libro regalato a Natale.
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