la vendemmia delle mele
Che bello a settembre! Camminare calpestando i rami secchi, come ogni anno l'odore acre dei funghi rimane nell'aria fino a tardo autunno. E io vago, un po' barcollante, da un sentiero al successivo, seguendo la scia odorosa dell’autunno.
Ho trovato le mattine fresche e i pomeriggi ancora caldi. Da bambino passavo l'estate nel casolare dello zio Giovanni. Quando a fine settembre iniziava la vendemmia mi sentivo inevitabilmente triste. Tanto da evitare di passare dalla vigna vendemmiata. Per me era il segno della fine inequivocabile dell’estate, del ritorno nella Piccola Città, dell’inizio della scuola, dell’Autunno, delle giornate corte, la solitudine di un bambino senza una vera famiglia, del passaggio alla stagione delle piogge, del tempo, inesorabile, che passava tra pochi colori e tanto grigio.
Quassù colori tanti.
Però purtroppo la vendemmia dell'uva ancora non è possibile anche se negli ultimi anni in una regione del sud della Svezia stanno raggiungendo degli ottimi risultati per queste latitudini. In compenso c'è una grandissima produzione di mele e tanti frutteti tanto che non si sa dove conservarle o chi addirittura debba raccoglierle. Ma qui in questa campagna NO! C'è chi le raccoglie, ed è un momento importante e gioioso.
E poi ci si rilassa, che è il motivo principale per cui sono qui, le forbici, il cesto, gli stivali, il torchio per pressare, il succo da trasformare in mosto succoso e appiccicoso, le chiacchiere la sera, sul succo della vita e quello delle mele, ogni cosa è preziosa.
E io mi ricordo, i miei zii, durante le vendemmie del vino.
Mi ricordo i colori d’autunno in Ciociaria, i pranzi sotto il sole, l’aria ancora calda, anche se di un colore diverso di questa.
Ed io, che penso a quando ero bambino, sorrido sognando quel bambino.
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