Amori giovanili
Forse la mia percezione della realtà è viziata dalla mia età fisica di ottantenne per quanto consolata e ironizzata dall’età mentale. Ho calcolato la somma spesa dall'inizio dell'anno per le medicine ai fini del tetto massimo da raggiungere per averle gratis per il resto dell'anno. Ho raggiunto il tetto massimo da pagare e non posso essere indifferente a questo dato di fatto.
Però se incontro un conoscente per strada minimizzo e rispondo che tutto va bene, anche per evitare inutili domande, pur essendo cosciente che sto franando poco a poco. È tuttavia una condizione comune e non una dannazione personale o una persecuzione del: -Destino cinico e baro. -
Ora però mi ricordo che nei miei anni giovanili mi beavo quando riuscivo a possedere degli oggetti da tempo sognati. Era la vecchia bicicletta da donna nera a bacchette anteguerra di mia zia. Passata al mio fratellone maggiore e poi finalmente di mio esclusivo possesso quando lui aveva acquistato una Vespa.
Così più tardi con il primo motorino 48 cc comprato per pochissimi spiccioli da un compagno di scuola delle superiori che aveva ereditato da suo padre una Topolino grigia targata Napoli.
Per continuare alla gloriosa Lambretta con ruota di scorta foderata acquistata da me a rate e di terza mano negli anni 60 con i soldi guadagnati lavando bottiglie e consegnando nei lunghi pomeriggi estivi le stesse bottiglie riempite di pessimo vino alle famiglie benestanti della Piccola Città.
Lo stato di beatitudine arrivò con il primo lavoro da lavoratore indefesso in Ericsson. Fu una 500 F con sportelli controvento nuova di zecca. Lucida e brillante come una macchina vera. Il mio sogno si avverò dopo un anno di autostop nei paesi del nord Europa e tanto freddo e acqua. Perché quindi non rispettare e sopportare il mio corpo, invecchiato e macilento? Restiamo ancora giovani e sforziamoci di amare il corpo che ci hanno regalato, fin che dura motore e carrozzeria.
A domani bella gente!
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